7 feb 2009

Back... on Track


C'è stato un tempo per dimenticare e uno per ricordare. Questo pensiero mi trattenne per mesi, forse anni. Non sapevo cosa cercassi. Adesso, le cose, mi appaiono infinitamente più chiare, o così credo. Ma niente mi difese, quella domenica di Luglio, dal suo sguardo severo eppure sdoganato da un profondo amore. Intuivo i tratti del rimprovero, della distanza, di quell'inalterabile corpulenza che tanto me la faceva cara. Ai miei occhi ero così. Non una nota di riserbo, o di rancore, di comprensione ce n'era stata fin troppa. No. Mi ripetevo che avevo bisogno di cancellare l'errore. Di modificare il mio corpo in modo permanente, come se tutto ciò fosse stato facile. Ingombrante era il termine più adeguato. Ero ingombrante per me stessa. Era ingombrante la mia pelle d'avorio e i miei sbalzi d'umore, come a cercare il baricentro di chissà quale certezza fra i riflessi incustoditi di un inevitabile presagio e dio solo sa cos'altro. Raramente mi appassionai tanto a me stessa. Niente era definito e tutto era vago. Il senso, lo cercavo. Sapevo che avevo bisogno di un paio d'ali, e di un sorriso che sgorga ignaro e che inghiotte tutti gli imbrunire. Fu così, nell'intento di modificarmi e cancellare il naturale retrogusto di quell'evento, che riuscì a trovarmi.

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