19 ott 2009

Room Number 8



Cadendo dalle pupille della notte
Lì dalle radici di due occhi arrossati
M’immagino spoglia
Lungo i viali alberati
Di questa distanza che preme
Senza lingua né palpebre
Senza più mura né insegne
Condiviso spazio siderale
E Noi abbracciati
Agli infissi di parole proibite
E sapori sfaldati
A ricercare la forma e riprodurre pareti
Nell’ardore d’una camera
Che s’allarga e cerca
Il volto
Che ti contraddistingue
Quasi a infittirsi
Sull’ansa delle nostre schiene nude
A sostenere il soffio
Di sospiri cerchiati
E spigoli silenziosi
Di un incastro perfetto
Ove scorgo il primo chiarore
Della tua bocca appena schiusa
Lieve tormenta d’umida dispensa
Al chiuso d’una porta che d’Amore
S’apre



4 commenti:

  1. e se la porta non si aprisse?
    sarebbe davvero una tragedia immane!
    e io sono sempre la solita spasciafeste!!

    ciao,sono sam,passo di qui per sbaglio,ed il tuo blog mi ha colpita parecchio.
    complimenti sia per il blog stesso che per l'ottimo post.
    Un bacio!

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  2. Beh.. le parole vanno un pò a ritroso.. nel senso che da quella porta aperta ne è scaturito tutto il resto precedentemente scritto.. quando l'amore bussa è difficile fermare la visita della passione, del desiderio, della semplice presenza di quella sola ed unica persona. Sei come in un vortice.. e quando ne sei travolto come puoi chiudere quella porta? ..è praticamente impossibile. Tranquilla non hai sfasciato nulla :) Grazie Sam.. Un bacio a te. (SongBook)

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  3. L'unica concretezza è data dai corpi accennati dei personaggi. Tutto è reinventato dal pathos e dalla paura di viverlo, sapendo di perdersi nella simbiosi. L'autrice è pienamente consapevole di questa sua tendenza a perdersi (nelle emozioni assolute) e forse non si darà mai completamente (difendendosi)...e forse sbaglio.

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